Tu, che ancora bambino,
non sai che amare,
ti preghiamo,
prima di tutto,
porta il permesso di soggiorno
a tutti quelli che l’hanno chiesto
e poi cancella,
una volta per sempre,
tutte queste vecchie ossessioni
che avvelenano l’aria e il cielo.
Aiuta Ali’ a trovare al più presto un lavoro
vero
e dà lunga vita alla vecchia signora,
assistita da Doris:
che possa starle ancora vicino,
in un autunno dolce e mite!
allunga pure la sosta ai semafori rossi,
perché Asif possa sorridere un poco
a chi lava i vetri.
Guarisci,
il più rapidamente possibile,
le ferite di Carol,
è caduto da un’impalcatura, lavorando in nero,
non può star male.
Se possibile,
riporta gli accendini sequestrati a Zoel,
dai vigili urbani,
sul marciapiede
freddo e ventoso
del lungomare.
Al limite,
fa sì che il controllore,
per una volta,
non dia la multa a Ovidio,
che non ha i soldi per pagare il biglietto
e ripara,
sempre per una sera,
tutti i vetri rotti della case occupate.
E tieni pure acccesi,
senza legna,
tutti i fuochi
che ardono nella notte,
anche quelli agli incroci
delle strade più periferiche.
Fa infine splendere il sole
sopra le lampade al neon
e i cartoni allineati
alla stazione,
assopisci il fragore dei treni
perché possano sognare tranquilli,
e fa pure che il sorriso antico di Asma
risplenda
attraverso il chador.
Mi raccomando,
che i parenti e gli amici più lontani
non si dimentichino
di Ivan,
anche se manca da casa
da più di dieci anni.
Soprattutto,
aiuta quei poveretti,
fuori dal tempo,
senza testa o anima,
che stendono ancora regolamenti,
fragili ragnatele
rotte
al primo strappo dell’aria.
Loro stanno peggio di Mustafà
che non può avere i documenti.
Così sia.
A.B.