Prima di dare inizio a questo convegno volevo ringraziare tutti i presenti, per primi docenti e soprattutto i ragazzi ai quali è sempre indirizzato il nostro impegno, il presidente di Oltre il pregiudizio che alla sua seconda edizione e quest’anno porta il titolo di “vivere il pregiudizio per conoscerlo ed andare oltre”, i relatori, speciali perché ognuno con le proprie peculiarità ed in tempi diversi hanno accompagnato l’Associazione in questo lungo trentennio.
Quando il 7 ottobre 1989, in concomitanza con la prima grande manifestazione contro il razzismo nel nostro paese, a seguito dell’uccisione di Jerrj Hassan Maslo, studente sudafricano, scappato dal Sud , allora sotto il regime dell’Hapartaid e, morto nelle campagne di Villa Literno, mentre raccoglieva per poche lire i nostri pomodori, è nata SOS RAZZISMO ITALIA, ( con il contributo della storica associazione francese SOS Racisme ) a noi, gruppo promotore, ci sembrava inopportuno adottare il motto “ touche pas a mon pote”, non toccare il mio amico, inteso come compagno di lotta, così decidemmo di rivolgerci ai nostri connazionali incitandoli alla conoscenza ed all’amicizia verso “l’altro “. Pur adottando il simbolo che unisce nel mondo la sigla SOS Razzismo, rappresentata dalla mano gialla aperta in segno di stop al razzismo, decidemmo di adoperare il motto “stringi la mano ad un nuovo amico”. E gli italiani accolsero bene, con interesse e partecipazione questa Associazione nata per prevenire le discriminazioni e promuovere l’incontro con le nuove culture.
Intanto ai “razzismi interni”, fra Nord e Sud, si stavano sommando quelli verso le “culture altre”. Ma il razzismo è come l’erba gramigna, infesta qualsiasi terreno e bisogna estirparla continuamente. Tutti noi eravamo consci che non avremmo mai dovuto abbassare la guardia e con coerenza, ma privi di risorse (mi riferisco a quelle economiche) , abbiamo promosso intercultura fra i giovani nelle scuole, rivendicato i diritti nei posti di lavoro( in agricoltura, nelle fabbriche, fra le donne straniere impegnate nei lavoro di cura nelle nostre famiglie), sostenuta la solidarietà nei quartieri periferici delle nostre grandi città.
Oggi queste nuove “aggressioni razziste”, avallate da rigide prese di posizione del precedente governo, in merito, soprattutto, all’immigrazione, è passata negli anni, dall’indifferenza verso la diversità a forme dichiarate di razzismo verso l’altro, un razzismo differenzialista, ma anche , un razzismo istituzionale, che si manifesta anche e troppo spesso, ormai, in modo violento.
Ci furono nel 2010, i gravi fatti di Rosarno, in Calabria (seguite da tante altre Rosarno, in Puglia , nel nostro Pontino, ma anche in Trentino ) ..
Oggi l’ immigrato rappresenta il capro espiatorio , responsabile di ogni disagio.
Questo scenario è riconducibile a diverse cause :
- all’ assenza di uno Stato di diritto, (infatti buona parte della legislazione in materia di immigrazione è in contrasto stridente con il dettato costituzionale e con i Diritti Umani);
- al disfacimento della società civile, (basti vedere come la globalizzazione e la crisi economica hanno rappresentato un ottimo pretesto per ridefinire l’assetto sociale e istituzionale del Paese, ponendo in secondo piano, anzi in ultimo piano, i valori della solidarietà, ammesso che ci sia!);
- ad una perversa sinergia tra Destre, estrema destra e Mafie, (Il razzismo viene infatti alimentato e strumentalizzato per determinare e imporre scelte autoritarie a livello politico e condizionare il nostro tessuto sociale ed il nostro mercato del lavoro).
- Riprendere in mano risolutamente la battaglia dei diritti, identificando una serie di obbiettivi strategici che consentano a tutti di recuperare il senso e la percezione della gravità della situazione, questo è il nostro attuale obbiettivo, per onorare i nostri trent’anni di impegno sul campo e andare verso un futuro antirazzista:
- Per non assimilare il problema del razzismo con quello dell’immigrazione, giustificandone ogni tipo di violenze.
- Per non accettare più leggi inadeguate e discriminanti.
- Una legislazione al passo con i tempi e non di polizia e l’abolizione dei due decreti sicurezza introdotti da Salvini
- Riaprire definitivamente i nostri porti coinvolgendo nell’accoglienza gli altri paesi europei non mettendo a repentaglio la vita di persone adulte e bambini,
- impedire espulsioni indiscriminate e respingimenti senza verificare la fuga da persecuzioni
- Per non permettere che il genitore irregolare vada espulso anche se in Italia ha figli che vanno a scuola ( facendo di fatto prevalere l’esigenza di garantire la tutela della legalità alle frontiere sul diritto allo studio dei minori)
- Per non accettare più una cittadinanza legata al solo vincolo sanguigno. Si parla di Ius Coulture, per ora lo accettiamo con l’obiettivo di giungere allo Ius soli.
Il nostro compito oggi più di ieri è quello di diffondere ed alimentare questa battaglia dei diritti affinché le vittime di discriminazioni o di umiliazioni a causa del colore della pelle, della religione professata, del sesso, della provenienza, del credo politico, non restino isolate e voi ragazzi siete la nostra speranza futura.