“Fotografare significa scrivere con la luce. .Ma l’etimologia
inganna. Fotografare significa in primo luogo vedere. Viviamo in
una civiltà visiva, popolata di immagini. Ma l’occhio umano vede
meno rapidamente e meno fedelmente dell’obiettivo. Perché è
naturalmente,inevitabilmente selettivo, certe cose gli ripugnano,
istintivamente le mette fra parentesi, le appanna, le offusca infine
le cancella, cioè le annulla; scotomizzazione integrale. La
fotografia è più onesta. Restituisce all’occhio umano la realtà
oggettiva; ne aiuta la capacità di realismo, riscopre, fa riscoprire il
valore del documento,l’importanza decisiva, di là del documento,
della testimonianza”…(dal documento alla testimonianza, la
fotografia nelle scienze sociali di F. Ferrarotti editore Liguori
1974. Accanto alle foto che vedete nella mostra fotografica che
risale al 1996, ed è stata itinerante soprattutto nelle scuole del
nord Italia ad opera di Nicola Teti editore, ci sono bellissime foto
fatte da autorevoli fotografi del calibro di Tano d’amico , Alinari
soprattutto le foto che riguardano l’emigrazione italiana
all’estero, c’è anche qualche mia foto, negli anni 80 ho iniziato
con la tesi di laurea ed ho cercato di continuare con questa
metodologia , ho fissato nel tempo delle immagini, luoghi diversi
di emarginazione dove si associano le donne immigrate , (si
ricompongono in gruppo il giovedi e la domenica nei pressi della
stazione termini), il tempo della festa, ma senza mai manipolare o
costruire la situazione (la maggior parte delle foto sono state
scattate o costruendo prima una relazione significativa o senza
che i soggetti se ne accorgessero.) Foto bianco e nero
tradizionali, che alcune volte stampavo io, con l’avvento del
digitale mi sono fermata….era totalmente un altro linguaggio più
difficile da decodificare per me,.ma ho questo desiderio di
continuare. Aggiungere alla realtà analizzata agli scritti, alla
registrazione delle storie di vita effettuate sul campo, che hanno
chiaramente una certa rilevanza , ma che tra qualche tempo
sicuramente saranno modificate o manipolate,data la continua
trasformazione dei gruppi etnici presi in esame, delle immagini,
,ottenendo cosi delle precise testimonianze che si fermano nel
tempo. La fotografia restituisce in modo completo la
ricostruzione storica ,antropologica e sociale. Del fenomeno
immigratorio femminile. La fotografia può dimostrare il mondo
soprattutto quando sta mutando.
Francesca Decimo e Cristina Demaria (nel saggio “Facce da
straniero 30 anni di fotografia giornalismo sull’immigrazione in
Italia edito da Mondadori capitolo 5- 2010) hanno compiuto la
loro analisi sulle pagine dei giornali che rappresentano le donne
straniere. Questo saggio mette in evidenza la falsificazione
manifesta che molte delle testate analizzate offrono per
raggiungere determinati fini discriminanti dell’immigrazione
femminile. La prostituzione si impone come tema ricorrente,
dominando in termini percentuali sia gli scritti che le foto, che
raccontano questo universo. Il saggio esplora il modo in cui è
stata costruita la figura della donna straniera, e come la categoria
di genere si intrecci con quelle che ne definiscono l’alterità: la
nazione, l’etnia, la religione. Emerge in questo lavoro come
l’insieme delle rappresentazioni attraverso cui si parla e si mostra
tale figura sia in realtà alquanto omogeneo, volto soprattutto a
tematizzare la sfera privata e intima della società italiana, in un
gioco di specchi dove l’alterità si configura come un terreno di
sperimentazione per auto-rappresentare le dimensioni più intime
del “nostro personale”.
C’è da dare risalto che il nuovo razzismo non vuole l’espulsione di
massa degli immigrati: sono utili come forza lavoro soprattutto per
quanto riguarda l’universo femminile e il badantato. ma devono
essere tenuti in condizioni di marginalità, , che segnali la loro
diversità e consenta di scaricare su di loro, come ha sempre fatto il
razzismo, la paure, le frustrazioni, le nostre insoddisfazioni……
cosa si può fare lottare contro queste forme di razzismo?
Per concludere l’idea progettuale per i ragazzi selle scuole per
oltre a sviluppare progetti volti a sviluppare programmi didattici
sul rispetto dei diritti umani iniziative che SOS razzismo Italia sta
svolgendo da moltissimi anni, Per questa tematica in particolare
per cercare di sconfiggere il pregiudizio e restituire identità alle
donne immigrate facendo da una parte un progetto che preveda
da una parte storitelling sull’identità dell’immigrata e dall’altro
ritratti o video che rappresentino lavori di vita quotidiana delle
donne immigrate., tempo della festa matrimoni misti,il tempo
della preghiera , ma anche denunce di situazioni di sfruttamento
e violenza,
Relazione nell’ambito del progetto “Abitare la diversità! presso OCRA Montalcino il 25 e 26 settembre 2020