Pasqua è passata. Ma Pasqua deve essere ogni giorno per noi. Ci dice perché e come,
ERRI DE LUCA,
“Pasqua è voce del verbo ebraico pèsah, passare. N0n è festa per residenti, ma per migratori che si affrettano al viaggio.
Allora sia Pasqua per Voi che fabbricate passaggi dove ci sono muri e sbarramenti,
per Voi apertori di brecce, saltatori di ostacoli, corrieri ad ogni costo, atleti della parola pace.”
La poesia in tempo di pandemia è un rifugio molto adatto alla serenità attiva. Che non disdegna temi sociali. Come questa di VALERIO MAGRELLI
Riposa tutta quanta la Penisola Avvolta da una trepida collana di affogati. Ognuno di loro è una briciola fatta cadere per ritrovare la strada.
Ma i pesci le hanno mangiate e i clandestini, persi nel mare senza più ritorno, vagano come tanti Pollicini seminati nell’acqua torno torno.