CORALLI XXV° Appuntamento A CURA DELLA NOSTRA REDAZIONE

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Anche i sindacati lavorano sulle parole. “L’ITALIA SI CURA CON IL LAVORO” è lo slogan scelto per il 1°maggio 2021. Im cui il Lavoro è cura ma anche Sicurezza per il nostro paese.
Ma, come sempre insuperabile, è il Manifesto, precursore dei titoli che giocano sulle parole. “IL FRONTE DEL POSTO” che riecheggia il famoso film del 1954 ambientato tra i lavoratori portuali, è il titolo con cui Il Manifesto indica per il futuro “la battaglia dei settori più sfavoriti per avere diritti e tutele: ai rider agli addetti dello spettacolo, ai migranti”.
Per i rider ci pensa la politologa Nadia Urbinati che così li descrive sul quotidiano DOMANI. “Ci sfrecciano accanto spesso a rischio di investirci, sempre più numerosi. Liberi come l’aria, non straccioni anneriti dal carbone. Il rider è padrone del suo strumento di lavoro, come gli antichi liberi delle armi: è chiamato imprenditore. Ma a leggere le sentenze dei tribunali sulle relazioni schiaviste di lavoro, pare che quella libertà sia l’equivalente dei muri delle vecchie fabbriche”
Per gli addetti al mondo dello spettacolo avviato verso la trasformazione digitale. Maurizio Molinari su REPUBBLICA mette in guardia dal fatto che “ciò significa anzitutto sentirsi titolare di diritti e doveri digitali. Poiché sono le attività digitali a imporsi a ritmi vertiginosi sul fronte dell’occupazione, solo una maggiore condivisione dei diritti e doveri digitali può aumentare la protezione di chi lavora, investe e consuma”
Per il lavoro dei migranti ormai la pubblicistica è ampia. L’emergenza pandemica e la variante indiana ha però riproposto in questo Primo Maggio la condizione dei sikh che lavorano nell’agro pontino. Goffredo Buccini sul CORRIERE DELLA SERA ne descrive magistralmente la situazione che può riassumersi in questa frase: “Sgobbano in silenzio, spesso imbottiti di anfetamine dai loro sgherri per rendere al di là dell’umana resistenza: in tredici negli ultimi tre anni, non resistendo più, si sono suicidati”