31 MAGGIO 2021
Dobbiamo continuare a indignarci.
Ma anche riflettere. E reagire concretamente.
Lo strazio di fronte alle immagini dei corpi dei bambini morti sulla spiaggia libica deve provocare anche un sussulto di impegno.
Due giornaliste, una di Radio24 Valentina Furlanetto e una di Rainews24 hanno così commentato:
“Quelle foto di bambini morti sulla spiaggia di Zuwara in Libia, il neonato con la tutina, il bambino con la camicetta azzurra. Mi chiedo se abbia un senso mostrarli, capisco l’intenzione di chi lo fa, forse serve, ma Aylan con la t-short rossa nel 2015 sulla spiaggia turca ce lo ricordiamo tutti. Eppure nulla è cambiato”
“Ho aspettato a lungo prima di commentare l’ennesimo orrore, perché non si dovrebbe più mostrare la devastazione dei corpi dei bambini annegati per “sensibilizzare” l’opinione pubblica di fronte ad un eccidio che va avanti da anni”
Sull’annosa questione del “che fare?” ci aiuta la frase di Peter Benenson, fondatore di Amnesty International di cui ricorre in questi giorni il 60° della costituzione.
“Se queste sensazioni di disgusto potessero essere unite in un azione comune, ne potrebbe nascere qualcosa di efficace”
Ci dobbiamo provare!