E’ difficile riflettere mentre stiamo godendo di un tempo particolare. E’ difficile darne un senso. Ci prova la scrittrice Evelina Santangelo sull’Espresso.
“Ho l’impressione che in questo tempo in cui si torna agli aperitivi, cioè a uno stare insieme breve e poco impegnativo, all’ostentazione ancora più ostinata dei corpi che si desidera inscalfibile dagli anni, in questo tempo di relazioni che non contemplano responsabilità, nemmeno quella che ha a che vedere con la durata, in questo tempo che vuole essere spensierato, disimpegnato, single, cioè libero ma di quella libertà fatta di poco, di desideri volatili, istantanei, individualistici, una libertà che cerca solo specchi in cui riflettersi e basta… credo che in un tempo così, la vera trasgressività, la vera anomalia, il vero esercizio della libertà stia in un gesto che dura, cioè che sa misurarsi con il tempo, in ogni scelta che ha un costo, che è assunzione di responsabilità per sé e per gli altri”
Insomma anche il tempo del riposo è impegnativo. Lo scrittore Alessandro D’Avenia ne dà questa indicazione :
“Si riposa non cessando di fare, ma cessando di fuggire da sé e smettendo di proiettarsi in vite che non sono la nostra, infatti “ri-posare” significa proprio “mettere di nuovo” l’io dentro se stesso”