I fiumi di inchiostro che hanno riempito i mezzi di comunicazioni ci impongono di tornare sull’inginocchiamento agli Europei di calcio questa volta con riflessioni amare ma reattive
“Si inginocchia chi vuole rendere rispetto a chi è vittima, segnare simbolicamente il proprio impegno perché le cose cambino. Quand’è che esattamente ha iniziato a farci schifo il buon esempio?” (Roberto Saviano)
“Sono rimaste immutate le ragioni della protesta, la loro fondatezza, mentre sembra essersi adattato il muro di gomma che ne ha assorbito l’impatto” (Matteo Pascoletti)
“Spero di non essere frainteso (ma è inevitabile): sono contento che molti calciatori si sentono antirazzisti e vogliono testimoniarlo sul campo. Ovviamente preferirei che avessero obiettivi chiari e non un generico antirazzismo d’importazione, visto che anche in Italia c’è molto da fare (pensate se qualche calciatore italiano si inginocchiasse per le vittime delle forze dell’ordine italiane o per le vittime del razzismo italiano: pensate che scandalo vero sarebbe”(Leonardo Tondelli)
Insomma, a noi restano un sacco di cose da fare con l’obiettivo di dare l’esempio, di rimuovere i muri di gomma, di intervenire sul razzismo di casa nostra.
Cercando di far capire che un conto è la libertà di opinione e un conto il senso del ridicolo.