Si è chiuso il mese di novembre che ha dimostrato come il rinviare all’Europa la soluzione del problema delle migrazioni equivale a chiedere aiuto al destino. Perché le tragedie del confine polacco-bielorusso e del naufragio della Manica hanno dimostrato che l’Europa stessa è un problema per le migrazioni
Non andare oltre la politica delle sanzioni ne ha dimostrato la debolezza come ha sottolineato Erri De Luca :
“Il boss della Bielorussa minaccia di interrompere le forniture di gas se arrivano nuove sanzioni europee. Congratulazioni all’Europa che s’è messa nelle mani di un “interruttore”. “
Rimanere ancorati al proprio orticello nazionale ha amplificato la debolezza della Unione europea come ha descritto Michele Serra:
“Impossibile anche solo concepire una comune politica dei Paesi europei per il governo dei fenomeni migratori, fino a che un braccio di mare che si traversa anche con le pinne e il materassino, la Manica, politicamente è vasto e procelloso come un oceano. Lo sanno bene gli ultimi annegati di una lunga serie, che hanno avuto almeno il discutibile vantaggio postumo di occupare le prime pagine di tutti i Paesi nord-europei, e fatto discutere quei Parlamenti e quei governi. Migliaia di annegati nel Mediterraneo non hanno potuto godere di un cordoglio così diffuso. Se si vuole attirare l’attenzione, conviene annegare nella Manica”