Il caro-bollette del gas e della luce è l’argomento dominante dell’attività politica di questi giorni. Sono interessate le imprese ma anche, e molto, le famiglie. Specie per riscaldarsi. Non si riscaldano invece i migranti nelle loro traversate per la libertà.
Dicono che possano volerci anche parecchie ore prima che il corpo ceda definitivamente al freddo. Il cuore rimbalza, il respiro singhiozza, gli occhi febbricitano, braccia e gambe via via più rigide diffondono un torpore livido.
E’ così che sette giovani bengalesi sono morti a poche miglia di mare da Lampedusa. E’ così che un bambino siriano di appena un anno ha perso la vita nella foresta ghiacciata lungo il confine bielorusso a un passo dalla Polonia e dalla libertà. E’ così che sono morti e trovati in un villaggio turco, diciannove corpi privi di scarpe e vestiti, stesi sul terreno a meno di dieci chilometri dalla frontiera greca.
E’ urgente che i governi europei facciano qualcosa, come scrive Francesca Paci su La Stampa
“Per ogni mamma senza calze, per ogni bambino senza guanti, perché le loro vite non servano sul breve termine a bagnare di lacrime la cattiva coscienza europea e sul lungo termine a seminare l’odio da cui germogliano i muri”