…quando entravo in ufficio. al quinto piano dell’elegante stabile di via XX settembre in Roma, sempre in ritardo sulla tabella di marcia, il primo “sentito” saluto era quello destinato a Giovanna. Una ragazza empatica, sorridente con gli occhi chiari come il suo cielo di montagna. La sua grazia, la sua gentilezza, la sua accogliente ironia era sempre lì ad attendermi e quell’attesa non è stata mai tradita. Entrambe giornaliste, fin dall’inizio abbiamo condiviso spesso esperienze lavorative e vissuti personali. Poi i nostri impegni lavorativi ci hanno allontanate fisicamente ma il legame amicale ed affettivo è sempre rimasto ben saldo nei nostri cuori e nelle nostre menti.
Ho appena finito di leggere il suo tanto atteso libro e scorrendo le pagine che come il vento fra gli alberi accompagna le sue fresche parole, mi rendo consapevole che l’apparente leggerezza cela, invece, storie di donne con bagagli esistenziali importanti, donne positive con lo sguardo verso il futuro, pronte a mettersi in gioco, pronte a perdonare, pronte a cominciare ancora, superando quei dolori che spesso la vita ti riserva!
Originale e singolare il titolo” c’era una volta un re” …! Che ha accompagnato la mia curiosità di conoscerne il perché. E così che il “generale” con l’amore di mamma usava la sua filastrocca per rasserenare gli animi ribelli.
Ed è attraverso le pagine del suo vecchio diario della maturità che la nostra protagonista “Crisa”, a distanza di un trentennio, condivide con le amiche di sempre, storie, amori, aspettative e dolori, intrise di sogni e delusioni, di tradimenti e verità a volte nascoste.
Uno spaccato generazionale che lascia meditare sulla vita ma anche sul dolore di una malattia come il cancro, spesso negato o taciuto per amore altruistico, come fa Crisa.
Ecco, al di la di tutto, è bello pensare che questo non è solo una bella storia raccontata, non è solo una bella rappresentazione teatrale messa in scena, ma è anche un generoso regalo della mia amica autrice alla ricerca e sostegno ai familiari dei malati oncologici (la fondazione Foro) e di questo non si farà mai a meno di ringraziarla!