Disegno di Ivo Sera

CORALLI XI° APPUNTAMENTO a cura della nostra redazione

27 GENNAIO 2021

Dal 2005 la comunità internazionale celebra il Giorno della Memoria, data in cui nel 1945 l’esercito sovietico butta giù i cancelli di Auschwitz. Un giorno per ricordare gli orrori del nazifascismo. Ci facciamo guidare dal recente libro “Il profumo di mio padre. L’eredità di un figlio della Shoah” in cui Emanuele Fiano racconta la storia del padre Nedo.

Attingere alla memoria è ribadire il no ad orrori che hanno offeso le persone, i sentimenti.

“Noi non abbiamo ascoltato solo parole dolci e tenere dei nostri padri, non solo favole c’è capitato di ascoltare, ma il silenzio impastato di lacrime e urla”

Attingere alla memoria significa anche custodire i comportamenti di chi ha subito La shoah.

“Mi ha sempre colpito un’abitudine che mio padre ha conservato fin quando è stato cosciente: aveva le unghie sempre curate. Ne avrei capito la ragione quando mi raccontò che ad Auschwitz impazziva nel vedere i rimasugli di terra sotto le unghie: sapeva che quel terriccio era intriso della cenere dei suoi genitori, dei fratelli, degli zii.”

Attingere alla memoria è tenere in vita esperienze straordinarie.

“Non dimenticarmi, non lasciare che mi dimentichino, non dimenticare le rovine fumanti alle tue spalle, sappi che sei figlio della forza sovrumana di chi non si è dato per vinto e ha continuato a sperare”

Attingere alla Memoria è beneficiare della Memoria.