Intervento al webinar :
La Memoria: un giusto per le nazioni. Salviamola per salvare
L’affermazione più profonda che sia mai stata pronunciata a proposito di Auschwitz non fu affatto un’affermazione, ma una risposta. (di WILLIAM CLARK STYRON)
La domanda: “Ditemi, dov’era Dio, ad Auschwitz?”. La risposta: “E l’uomo, dov’era?”.
Razzismo è un termine che indica la certezza non solo che le razze esistano, ma che una certa razza sia dotata di qualità speciali, per cui è necessario mantenerla pura per quanto possibile, difendendola dalla commistione con altre. Al razzismo è legata anche l’idea che esistano razze superiori e razze inferiori, le prime riservate al comando, le seconde alla sottomissione.
L’ideologia della razza, coniata alla fine del Settecento ed esplosa nell’Ottocento, trova le sue radici nel razzismo popolare, cioè nell’antichissima tendenza dell’uomo a giudicare inferiore a sé chi è diverso da lui. Si tratta di un insieme di pregiudizi, di stereotipi ed atteggiamenti irragionevoli che spingono a rifiutare coloro che per aspetto esteriore, per posizione sociale, per cultura, per fede religiosa, per sesso, per diversa provenienza, appaiono diversi.
Perlomeno da duemila anni il razzismo viene praticato con molta ostilità nei confronti degli ebrei, appunto l’antisemitismo. Il popolo ebraico, le cui origini sono antichissime, è sempre stato oggetto di persecuzioni ingiustificate e offensive. L’antisemitismo razzista ha soppiantato l’antico antigiudaismo di stampo religioso diffuso tra i cristiani.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, i leader nazisti intrapresero quella che definirono “pulizia etnica” nei territori occupati della Polonia e dell’Unione Sovietica, nell’Europa Orientale.
Questa azione includeva l’assassinio e l’annientamento delle supposte ” razze nemiche” nonché il genocidio degli Ebrei d’Europa e la distruzione della classe dirigente dei paesi Slavi. Il prodotto principale del razzismo Nazionalsocialista fu l’assassinio di massa, a livelli mai toccati prima, nella Storia. Una vera e propria guerra razziale. La prima guerra razziale come afferma Pavoncello.
Il concetto di razza è così strumentale che considerare gli ebrei come una razza non ha alcuna validità scientifica. La nostra verità è che a prescindere dalle condizioni reali, incorporando nuove immagini e argomenti, il razzismo e l’antisemitismo può essere impiegato in qualsiasi contesto politico per il raggiungimento dei propri scopi. I razzismi costituiscono, infatti, una valvola di sfogo per frustrazioni, paure e aggressività.
Non dobbiamo allontanarci troppo per cercare “verità” a noi molto vicine. Basta osservare cosa è successo nel nostro Paese a causa della politica che una destra becera ed aggressiva ha dimostrato di poter mettere in atto, seppur in un paese democratico! Non voglio andare lontana nel tempo, non voglio parlare delle orribili leggi razziali, delle quali purtroppo ci siamo dotati nel periodo fascista, ma degli orrendi decreti “Salvini” rivolti contro i migranti, degli ingiusti fermi nel nostro mar Mediterraneo, un tempo mare di scambi, anche culturali, oggi divenuto campo di battaglia senza armi visibili ma permettendo che bambini, donne e uomini anneghino per mancanza di aiuto, del nostro aiuto e di quello dell’Europa tutta. Un cimitero senza tombe, senza nomi, negli abissi del Mare Nostrum. Tutti colpevoli? Si, in parte si, se si continua a chiudere gli occhi ed a far finta che non ci riguarda o che riguarda solo l’Italia o la Grecia.
Vorrei concludere citando Liliana Segre
L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa. È l’apatia morale di chi si volta dall’altra parte: succede anche oggi verso il razzismo e altri orrori del mondo. La memoria vale proprio come vaccino contro l’indifferenza.