15 marzo 2021
Il mondo dello sport è sempre la cartina di tornasole della società. Anche nelle discriminazioni. Dice l’ex tuffatrice Tania Cagnotto:
“Tutti gli 8 marzo sono solo proclami. La parità è lontana e molti non la vogliono proprio”
La pallavolista Lara Lugli, proprio l’8 marzo, ha raccontato che, nel marzo 2019 ha comunicato alla società Pordenone Volley di essere incinta e quindi impossibilitata a proseguire la stagione, risolvendo il contratto. A distanza di due anni Lugli ha ricevuto una citazione per danni “per non aver onorato il contratto”.
Le reazioni sono state poche ma interessanti.
“Noi non sponsorizziamo schiavisti. Si tratta di un comportamento gravissimo” (CNA FVG – sponsor della società)
“Invocare la condanna della pallavolista Lara Lugli perché in maternità è una violenza contro le donne” (Maria Elisabetta Casellati presidente Senato)
“E’ l’emblema di come la donna nello sport sia ancora vittima di atteggiamenti che hanno radici medioevali” (Daniela Sbrollini – senatrice)
Un episodio passato quasi sottovoce. Ne stanno emergendo diversi. A dimostrazione che quando non c’è più l’urlo rozzo, sguaiato e razzista contro gli sbarchi di profughi, vengono fuori seri problemi. E la necessità di risolverli.