L’estate si apre con due dibattiti intorno alla questione del razzismo. Uno dettato dagli Europei di calcio, oggi ancora in corso con le partite iniziali, con alcuni segnali non confortanti ma che sarà bene esaminare a conclusione del torneo.
L’altro sulla scia dell’uccisione di Saman che vede una complessità di elementi bisognosi di una disanima a più voci.
Ci sarà da riflettere a lungo e separatamente sul calcio e sull’islamismo.
Per ora unisce i due temi, uno spunto di Paolo Berizzi. Titolare di una rubrica importante e quotidiana su Repubblica. Scrive infatti Berizzi su “Pietre”, il nome della rubrica:
Da quando Mohamed Salah è arrivato al Liverpool, in città i reati di odio e discriminazione sono calati del 16% e i post razzisti tra i tifosi si sono dimezzati. Lo chiamano “effetto Salah”. Amatissimo dai supporter del club inglese per le sue prodezze e i suoi gol, l’attaccante egiziano e di religione musulmana ha sempre rivendicato in campo il suo credo: dopo ogni gol si china a baciare il terreno, un gesto che si compie con la preghiera del sujood. E da uno studio dell’American Political Science Review è emerso che l’innesto di Salah tra i Reds ha fatto sì che i post/tweet antislamici da parte dei tifosi siano diventati la metà rispetto a quelli delle altre squadre”.