E’ stato il più votato in assoluto in Italia, con un passato migratorio, alle recenti amministrative. E’ Abdullahi Ahmed, sbarcato a Lampedusa proveniente dalla Somalia dopo aver attraversato il Sahara ed esser passato per la Libia. Ha 33 anni e risiede a Torino. Della lista del neosindaco del Pd Stefano Lo Russo che nel suo programma ha scritto:
“Vanno stimolate le politiche di cittadinanza attiva e comunità per aiutare minori, senza fissa dimora, migranti anche con l’aiuto della realtà dell’associazionismo. In particolare, vanno costruiti progetti che vedano protagonisti ragazzi e ragazze delle cosiddette seconde e terze generazioni, che sovente nelle periferie si sentono esclusi dalle opportunità di crescita culturale e economica”
Con questo programma Abdullahi Ahmed ha svolto la sua campagna elettorale che ha così descritto: “Invece dei mercati, dove si consegna il santino, ma non sai se poi lo leggono, ho scelto di presidiare le fermate dell’autobus o, ancora meglio, i capolinea. Avendo qualche minuto di attesa, ho parlato con le persone, soprattutto ho ascoltato”.
Ecco, anche per riportare la verità sull’arrivo dei migranti, sulla condizione dei migranti nel nostro paese, sulle bugie e l’odio di cui sono fatti oggetto, bisogna ripartire dai capolinea degli autobus.
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CORALLI APPUNTAMENTO 42 °
Tre volontarie di un’associazione umanitaria di Pordenone vanno a processo per aver aiutato alcuni richiedenti asilo, fornendo loro coperte di teli con cui proteggersi. Rischiano fino a due anni e multe da due mila euro
Ormai si paga solo per il reato di umanità.
Chi paga invece per le morti nel Mediterraneo?
Anche in questi giorni di metà ottobre è stata trovata una barca di legno, con a bordo 140 migranti e 15 cadaveri, diretta verso le coste dell’Europa.
Ma ancor di più, quando pagheranno quelli che hanno inondato di odio gli immigrati nel nostro paese?
C’è voluto un incredibile e orribile assalto ad una sede simbolo di solidarietà come quella della Cgil, per porre la questione dello scioglimento di organizzazioni fasciste.
E quando hanno assaltato ogni giorno con disprezzo e fascismo gli immigrati non andavano sciolte?
La manifestazione del 16 ottobre a piazza San Giovanni con lo slogan “MAI PIU’ FASCISMI” comprendeva anche il fascismo contro i più deboli e quindi segna un punto fermo ed esclamativo sulla questione!
CORALLI 41° appuntamento
10 ottobre 2021
Assurda la sentenza contro Mimmo Lucano. Non si finirà mai di gridarlo. Immensa è stata la reazione. Ne prendiamo alcune.
Il giornalista di Repubblica Francesco Merlo ha così scritto “Condanna a 13 anni e 8 mesi. La stessa pena di Omar, che a Novi Ligure ammazzò la mamma e il fratellino”
Il regista Wim Wenders: “Dopo la condanna di Mimmo Lucano sono pronto a vedere Papa Francesco in manette, non sarebbe meno ridicolo e farsesco”
La filosofa Donatella Di Cesare: “Alla fine hanno vinto la burocrazia ottusa, il legalismo meschino, il calcolo bieco”
La scrittrice Valentina Furlanetto “Beato il paese che non ha bisogno di eroi, di retorica sulla Bontà e di pasticci, ma certe condanne neanche alla ‘ndrangheta.
Ed ancora, Erri De Luca: “13 anni di condanna a Mimmo Lucano per fraternità. Fiducia nella magistratura? NO”
Ed infine il pensiero di Alessandro Bergonzoni:
Un angelo
che passa col rosso
e il fragore
di un abnorme
castigo
A Mimmo Lucano
E al suo creato
Che non può far rima
Con reato
IN TEMPO REALE n° 16
1° OTTOBRE 2021
“Settembre taglia l’anno in due, Le vacanze finiscono con l’accorciarsi del tempo di luce solare. Fa buio prima. L’equazione sole e vacanze fa pendant con quella luce elettrica e lavoro. Si riparte con la vita ordinaria, con l’attività che mette in ordine la vita con spazi e tempi non più liberi. Settembre è un lunedì allungato. Se il caos della libertà ci attira e rilassa, la regolarità del lavoro ci rassicura. Tornare operativi risveglia le energie e resetta la volontà. Si avvertono indolenza ed eccitazione: l’ossimoro della ripresa.” Così Antonio Spadaro su Robinson di Repubblica.
Ormai il tempo della ripresa autunnale è spostato oltre settembre per il protrarsi dell’ora legale ma anche per gli effetti della pandemia. Infatti lo smart working verrà sospeso a metà ottobre. E proprio lì comincerà il tempo normale. Perché le abitudini non si cambiano di botto. E il tempo meno che meno. Ci sarà bisogno di nuove regole, nuove attenzioni, una nuova società.
CORALLI Appuntamento n°41
1°ottobre 2021
Un’estate volata via tra successi sportivi in cui spiccano le medaglie alle Olimpiadi e il conseguente risorgere dell’idea dello ius soli, subito ingarbugliata da distinguo e indifferenza.
Il grave dramma dell’Afghanistan in cui milioni di donne tornano nell’abisso dei diritti con la comunità internazionale che balbetta, nel migliore dei casi.
Ed in mezzo la morte di Gino Strada “un combattente che usava l’invettiva”.
Due parole in disuso da recuperare. Ognuno di noi deve tornare ad essere “combattente” e deve rompere il silenzio, la diplomazia e il politicamente corretto usando più spesso l’invettiva.
Certo, specie a Roma, la campagna elettorale per eleggere il sindaco, tutta incentrata sul decoro della città, ha quasi dimenticato le problematiche sociali dei più deboli.
Eppure sono i Comuni e i Municipi le Istituzioni preposti a gestire i Servizi Sociali.
Non è bello vedere la maggioranza dei partiti politici aver paura di perdere voti affrontando proposte concrete per gli immigrati, i disabili, le donne vittime di violenza.
Se di questi non si interessano Comuni e Municipi sarà difficile fare un passo avanti.
CORALLI appuntamento n: 40
Nel 1973 uscì un libro dal titolo “CULLA DEL DIRITTO TOMBA DELLA GIUSTIZIA” in cui l’autore Corrado Pallemberg sottolineava tra l’altro, come, anche in Italia culla del diritto, l’eccessiva produzione di leggi rischia di non essere strumento di giustizia.
Un filosofo francese Jacques Derrida ha detto: “ Educare alla giustizia significa educare alla ricerca attiva, all’elaborazione di un nuovo compendio valoriale più funzionale, mentre educare alla legalità equivale a costruire un automa che il legislatore può plasmare a suo piacimento”
Quindi legalità e giustizia non sono sinonimi.
Lo scrittore Erri De Luca ha spiegato la cosa su un tema che ci è molto caro.
“Legalità può essere quella di un Parlamento che vota a maggioranza una legge che punisce chi salva un naufrago, incriminandolo per concorso in immigrazione clandestina, sequestrandogli la barca. Questa legge perfettamente legale va prima di tutto contro il sentimento di giustizia, poi contro l’obbligo di salvataggio. Questa legge legale del nostro Parlamento istiga all’omissione di soccorso, costituendo un crimine. E’ perciò una legge legale e insieme ingiusta, pertanto deve essere disobbedita.”
CORALLI appuntamento n. 39
C’è la pubblicità. E c’è l’informazione.
“Se la coda al casello ti sembra una sofferenza, vuol dire che non sai cosa succede a quella del maiale. No al taglio della coda dei suini appena nati e sì al benessere degli animali. Il taglio della coda pur essendo pratica consentita in limitati casi, è tuttavia ancora diffusa negli allevamenti. Tutti i suini della nostra filiera non hanno subito il taglio della coda accrescendo il benessere animale che consente di ridurre l’uso degli antibiotici”
Che carucci questi dell’Azienda che ha prodotto questa pubblicità!!!
Ma poi che fine fanno questi piccoli suini? Com’è la filiera del suino?
E qui entriamo nel campo dell’informazione. E qui ci aiuta Valentina Furlanetto nel libro “NOI SCHIAVISTI”
“La filiera del suino è caratterizzata da una grossa frammentazione, che comporta la presenza di una pluralità di soggetti in competizione nelle varie fasi del processo produttivo. La materia prima, come abbiamo già visto, è meno costosa all’estero (i costi degli allevamenti in Italia sono circa il 20% più alti di quelli allevati all’estero) e quindi viene per lo più importata e poi trasformata, principalmente sotto forma di salumi. Le imprese di lavorazione italiane preferiscono portare cosce e carcasse da Germania, Spagna, Danimarca, Olanda e Polonia che garantiscono costi più contenuti, esercitando un forte dumping su allevatori e macellatori italiani. Visitando un macello ci si rende anche conto di un altro elemento rilevante; stranieri e italiani non sono equamente distribuiti nei reparti. Gli stranieri occupano generalmente le postazioni iniziali, più ‘sporche’ e dure, o lavorano in reparti come ‘tripperia’ e ‘frattaglie’; gli italiani sono invece maggiormente presenti nella preparazione finale”
Un bel libro quello della Furlanetto che spazia in tutto il mondo del lavoro in cui sono impiegati gli stranieri.
IN TEMPO REALE INCONTRO n° 15
Le vacanze sono tempo da godere. Le vacanze sono tempo per distrarsi senza farsi scappare le cose belle che incontriamo. Le vacanze sono tempo da vivere intensamente per cogliere le occasioni che ci rendono felici.
Il cardinal Gianfranco Ravasi, ministro della Cultura del Vaticano, nel suo consueto domenicale sul Sole 24 Ore così scrive:
“FURONO DATI OCCHI A UN CIECO; SUBITO CHIESE DI AVERE ANCHE LE SOPRACCIGLIA”. E’ un curioso aforisma georgiano. Vogliamo, esigiamo, pretendiamo, reclamiamo, richiediamo senza sosta, quasi tutto ci fosse dovuto. L’insoddisfazione non ci permette neppure di godere quello che abbiamo ottenuto perché, subito dopo, siamo pronti a protestare perché desidereremmo qualcos’altro. Non conosciamo il gusto della semplicità, del poco, della sobrietà, dell’essenzialità, dell’essere appagati anche nelle piccole cose e nella quotidianità”
Nessuna aria condizionata che non funziona può farci perdere il tramonto che si vede dalla tua camera d’albergo.
Nessun infradito che si rompe può farci perdere il gusto di bagnarsi in acque limpide del mare.
Nessuna borraccia con poca acqua può farci perdere la bellezza timida dei fiori di elicriso in montagna.
Il tutto sempre con tanta emozione e affetto.
IN TEMPO REALE INCONTRO n° 14
20 07 21
Il tempo della vacanza ha dentro di sé un posticino per il tempo del treno che corre sempre più veloce; sia il tempo che il treno. La scrittrice e biblista Rosanna Virgili ha così scritto sul quotidiano cattolico L’Avvenire:
“La tecnologia crea treni sempre più veloci e silenziosi. E dentro le carrozze sembra di stare in un mondo artificiale. Spaziale, separato dall’altro, quello vero. Ormai distanti dall’essere potenziali fiaccole dell’anarchia com’era la locomotiva di Guccini. Ed ecco il lato emozionale che i nostalgici rivendicano delle vecchie, placide, ferrovie locali, narrate da Cassola, dove Dino poteva osservare gli orti e i bucati stesi di quel treno che veniva dal Sud – che cantava Sergio Endrigo – dove Marie aveva “labbra di corallo e gli occhi grandi così”? Convogli di migranti domestici che andavano a scordare il sole, il mare e gli ulivi, per il Nord dove di buono, però, c’è il pane caldo”.
Chissà se anche uno dei tormentoni dell’estate, la canzone di Fedez-Achille Lauro-Orietta Berti avrà un impatto emozionale nei nostalgici futuri!
IN TEMPO REALE Incontro n° 13
Cose d’altri tempi. Alle volte il tempo è fissato dalle immagini che ricordano un tempo passato. Una volta c’erano le cartoline che qualche volta si vanno a rivedere e ti lasciano il magone dentro. Franco Arminio, scrittore “paesologo” sul suo ultimo libro “Lettera a chi non c’era” ripercorre i paesaggi dei paesi italiani colpiti dai terremoti.
“A volte viene una dolorosa nostalgia a rivedere le vecchie immagini dei paesi, come se si volesse riacciuffarla, quell’aria mitemente sgraziata, come se si volesse passeggiare nelle piazze con quella gente magra, ossuta. Erano vecchi già a sessant’anni, avevano gli acciacchi di chi non è mai partito o da chi è andato via senza volerlo. Alla fine di una strada buia c’era un silenzioso negozio di scarpe, il ronzio di un bar. L’odore dei mesi e delle ore esisteva ancora: sentivi l’uva, le mele, il freddo delle stanze lontane dal camino…
Il profumo c’è, lo senti, solo se vai dietro al paesaggio. Possono essere le ginestre o il grano, possono essere le vigne, i castagneti, le nocciole, il fieno. Qui, in Irpinia, la resistenza non l’hanno fatta le persone ma gli alberi. E anche le pietre. Non c’è un paese che non abbia ancora un suo angolo bellissimo, un frammento di grazia, uno scorcio che ti emoziona. Il terremoto ha dilatato, squarciato, sconnesso, eppure nessun paese è andato via, nessun paese si è fatto cancellare”
Visitare i paesi, anche quelli terremotati, ti dà l’immagine del tempo.