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Il razzismo si veste di Nuovo.

Il razzismo si veste di Nuovo.

A cura di Angela Scalzo.

Io credo, come afferma Sheryl Sandberg, che Il primo passo per combattere la discriminazione è riconoscere che esiste.  

Le nuove forme di discriminazione coinvolgono trasversalmente vari ambiti e, durante la settimana antirazzista 2025 vogliamo farle emergere ed affrontarle. È il nostro impegno, come già stiamo cercando di fare nel quotidiano delle nostre azioni.

Oggi la discriminazione non agisce su un solo asse, come il genere o la razza, ma su molteplici livelli sovrapposti, ossia l’intersezionalità, responsabile di creare una marginalizzazione assoluta. Molte donne migranti affrontano spesso discriminazioni di genere anche legate alla nazionalità cosa che crea, appunto, una marginalità generalizzata.

Oltre al sessismo tradizionale, oggi affiorano disumanamente discriminazioni legate ad “identità non binarie” e persone LGBTQ+. Possiamo mettere in risalto il mancato riconoscimento legale per le persone non binarie in molti paesi, anche Europei, o osservare le limitazioni legate ai “bagni neutri”, per la verità davvero pochissimi.

Ma esiste anche la discriminazione algoritmica. Gli algoritmi utilizzati per il riconoscimento facciale, per le assunzioni o per la concessione di prestiti possono duplicare e ampliare pregiudizi già presenti nella società. Come ad esempio la penalizzazione a volte inconsapevole delle candidature di noi donne perché, i software di selezione del personale possono nuocere inconsciamente alle candidature femminili, se istruiti su dati storici governati da uomini.

A questo, noi aggiungiamo una discriminazione ambientale. Alcuni gruppi sociali (spesso minoranze o classi meno agiate) sono, infatti, esposti in modo sproporzionato a inquinamento e degrado ambientale. Come succede, ancora oggi, nel nostro Paese per alcune etnie ROM, stanziali, insediate spesso in aree degradate delle nostre grandi città, accanto a discariche o ad impianti inquinanti.

E non per ultime le discriminazioni digitali legate all’età, il cosiddetto “ageismo”. Le nuove tecnologie allontanano e di fatto estromettono, solitamente gli anziani, ma anche le persone con un’alfabetizzazione digitale molto bassa, come i migranti di prima generazione. Lo dimostrano la maggioranza dei servizi legati alla pubblica amministrazione ed a molte Istituzioni che sono accessibili soltanto on line. Questo crea problemi a chi non ha accesso, oppure possiede basse competenze tecnologiche, come registriamo quotidianamente presso i nostri sportelli sul territorio.

Il nostro impegno è, pertanto, continuare a  lottare  contro ogni  differenziazione ingiusta e illegittima!

La settimana antirazzista sarà per noi l’occasione per veicolare il tema e favorire un dialogo e un confronto attorno a queste riflessioni, oggi più urgenti che mai.